Dal 1920 al 1933, gli Stati Uniti hanno tentato un esperimento senza precedenti: rendere illegale il consumo di alcolici. Sebbene sia stato di breve durata, questo decennio è stato fonte di cocktail e tendenze che sono ancora attuali. È il caso in particolare degli speakeasies, immaginati all’epoca e tornati alla ribalta negli ultimi anni… ma anche dell’Ultima Parola.
Una storia movimentata
Sebbene solo i club privati siano autorizzati a servire alcolici, l’Athletic Club di Detroit presenta un cocktail unico. Anche se le storie sulla sua creazione sono molto discusse, si dice che il nome Last Word sia stato dato al comico Frank Fogarty e alla sua capacità di avere sempre l’ultima parola. Fu poi dimenticato per molto tempo, prima di tornare in auge qualche decennio dopo grazie a Murray Stevenson dello Zigzag Cafe di Seattle. È il 2004 e l’Ultima Parola è finalmente tornata sotto i riflettori. Ha conquistato i bar di tutto il mondo ed è diventato un classico per i mixologist. Questo successo è dovuto in parte ai suoi sapori equilibrati e al suo caratteristico colore verde.

La ricetta è semplice:
2cl di gin
2cl di Chartreuse Verte, famoso liquore dell’Isère a base di 130 piante, fiori, cortecce, radici e spezie.
2cl di liquore Marasquin, ottenuto dalla distillazione e macerazione di marasche, ciliegie acide
2cl di lime
Mettere tutti gli ingredienti in uno shaker con cubetti di ghiaccio, agitare vigorosamente per circa 10 secondi e versare in una ciotola con un colino. Aggiungete una ciliegia brandizzata su uno spuntone, una scorza o una fetta di lime e il vostro cocktail è pronto. E per i più avventurosi, ci sono diverse varianti che sicuramente vi piaceranno. Sostituite la Chartreuse con l’Aperol e guadagnerete il fruttato di un Paper Plane, oppure con il Pernod e otterrete un Greenpoint con note di anice. Infine, dimenticate il liquore Maraschino e optate per il vermouth rosso. Questo Bijou, dal nome appropriato, è sia dolce che piccante.